Il triste recinto
degli alieniati

Collezione Disegni di Alienati e Mattoidi, Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso

Il progetto

Non sono poche le iniziative culturali che negli ultimi anni, in Italia e all’estero, hanno cercato di ricostruire e rendere fruibili al pubblico patrimoni poco conosciuti e legati alla storia e allo sviluppo di discipline scientifiche come la psicologia e la psichiatria, che in appena due secoli di vita hanno radicalmente cambiato la concezione occidentale non solo del folle e del malato mentale, ma anche del genio, dell’artista, e più in generale della psiche umana. Gran parte di queste iniziative sono giustamente incentrate sui personaggi che ne hanno segnato le tappe fondamentali e sui luoghi in cui essi operarono. È certamente complesso ricomporre il pensiero dei grandi protagonisti della psichiatria, ma risulta ancor più affascinante e problematico raccontare di coloro che ne furono i pazienti, e che furono spesso confinati contro la loro volontà nelle strutture manicomiali. Se infatti dei grandi maestri abbiamo pubblicazioni, articoli di stampa, documenti d’archivio e diari, dei loro pazienti rimane solo ciò che questi grandi scienziati hanno ritenuto degno conservare: qualche fotografia, cartelle cliniche, lettere a familiari e amici, e nei casi più fortunati i manufatti che essi realizzarono nelle loro celle. A partire da questi materiali vogliamo costruire un racconto che parli della vita in manicomio per coloro che vi hanno trascorso parte della loro esistenza. In particolare, questo progetto evolve a partire dalle collezioni di due musei che hanno sede nel Palazzo degli Istituti Anatomici di Torino: il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso, e il Museo di Antropologia ed Etnografia, nato dalle raccolte degli psichiatri Antonio e Giovanni Marro.
La varietà dei materiali conservati nelle due collezioni dà la possibilità di ricostruire per quanto possibile uno spaccato della vita all’interno delle strutture manicomiali negli anni a cavallo tra i secoli 800 e 900, dal punto di vista dei ricoverati stessi.